Patologie legate all’alimentazione come sovrappeso e obesità sappiamo già che si ripercuotono sulla vita degli esseri umani contribuendo all’insorgere di determinate patologie e accorciando inevitabilmente la durata della vita, e tante sono le cause che possono contribuire al problema, dalla vita sedentaria alla cattiva alimentazione, senza dimenticare ovviamente i fattori genetici che in determinati casi possono contribuire al problema rendendo più complicato perdere peso.
Considerando il numero di persone che, a livello globale, convivono con i chili di troppo, in molti ritengono che si tratti di una reale emergenza che rischia di condizionare la vita di milioni di persone, ancora più pericoloso se ad essere coinvolti sono i bambini. E’ per questo che appaiono interessanti i risultati di un recente studio condotto negli USA, che rivela come non solo l’alimentazione, ma anche l’olfatto può contribuire ai chili di troppo, rendendo anche più difficile perdere peso.
La scoperta arriva da una ricerca condotta da un team di ricercatori dell’Università della California, pubblicata sulla rivista Cell Metabolism. Lo studio è stato condotto effettuando una serie di esperimenti su alcuni roditori obesi. I ricercatori hanno coinvolto un gruppo di roditori nei quali era stato azzerato il senso dell’olfatto, e altri due gruppi in cui l’olfatto era normale e iper-sviluppato. A tutti i gruppi di roditori è stata somministrata la medesima quantità di cibo, e i risultati hanno evidenziato una scoperta molto importante.
Alla conclusione dell’esperimento, è risultato che i topi senza olfatto, pur avendo consumato la stessa quantità di cibo, avevano perso peso più rapidamente, mentre per gli altri due gruppi la situazione è apparsa subito diversa. I topi con che riuscivano ad annusare il cibo al termine dello studio sono aumentati di peso, ma quelli con l’olfatto più sviluppato sono ingrassati ancora di più rispetto agli altri gruppi.
Da questi risultati, secondo i ricercatori annusare il cibo potrebbe spingere a conservare le calorie invece che bruciarle, e questo studio consentirebbe di aprire la strada ad ulteriori approfondimenti, coinvolgendo però esseri umani, che consentano di comprendere meglio il collegamento tra la percezione degli odori e il metabolismo. I ricercatori californiani hanno evidenziato come questa scoperta potrebbe aiutare a comprendere non solo i meccanismi che regolano disturbi alimentari come obesità, bulimia e anoressia, ma in futuro potrebbero essere alla base della creazione di farmaci che contribuiscano a semplificare la perdita di peso rendendo più efficaci le diete e contrastando con successo sovrappeso e obesità, riducendo i rischi correlati a queste patologie.
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