I telefoni cellulari sono entrati a far parte delle nostre vite ormai da molti decenni, contribuendo a semplificare notevolmente le nostre vite e al tempo stesso modificando le abitudini, permettendo di comunicare con chiunque in qualsiasi luogo, comodità questa che ha contribuito all’enorme diffusione di questi dispositivi ormai sempre più sostituiti dagli smartphone che consentono l’accesso ad un’ampia gamma di funzionalità che li rendono quasi indispensabili nella vita di tutti i giorni.
E’ da molti anni, tuttavia, che si discute della potenziale pericolosità dei cellulari, causata dai campi elettromagnetici che secondo alcune ipotesi contribuirebbero all’insorgenza di determinate patologie come i tumori. Da qualche giorno a questa parte, tuttavia, quella che fino a poco tempo fa veniva considerata solo un’ipotesi, per la prima volta è stata confermata in una sentenza di primo grado del Tribunale del Lavoro di Ivrea, che ha parlato di una correlazione tra l’uso eccessivo del cellulare e il tumore.
Il caso al centro della discussione riguarda un uomo di 57 anni che per 15 anni della sua vita ha lavorato per una grande azienda di telecomunicazioni. L’uomo ha confermato che nel corso della sua attività lavorativa trascorreva tra almeno 3 o 4 ore al giorno utilizzando il cellulare, e così è stato per tutti i 15 anni di lavoro. Un giorno, tuttavia, l’uomo dopo essersi sottoposto ad alcuni esami medici, ha scoperto di essere affetto da un neurinoma, una rara forma di tumore (fortunatamente benigno) ma invalidante, che ha provocato la perdita dell’udito dall’orecchio destro.
E’ a questo punto che è iniziata una battaglia legale per fare in modo che venisse riconosciuta all’uomo una rendita vitalizia da malattia professionale. Finalmente il primo passo in questa direzione è stato compiuto, e per la prima volta un tribunale italiano ha riconosciuta l’effettiva correlazione tra i campi elettromagnetici generati dai cellulari e l’insorgenza di tumore al cervello, condannando l’Inail a riconoscere una rendita vitalizia. Si tratta, al momento, della sentenza di primo grado, ma è di certo un ulteriore passo avanti. E’ necessario, a questo proposito, che vengano realizzate campagne di sensibilizzazione nel nostro paese che possano informare adeguatamente i cittadini sull’uso corretto e non eccessivo dei telefoni cellulari. Ad esempio dovrebbe esserne limitato l’uso a donne che portano avanti una gravidanza oppure ai bambini.
Considerati i rischi potenziali generati dall’uso intenso del cellulare sottolineati dalla sentenza, è importante che venga promosso un uso consapevole di questa tecnologia, attraverso un’adeguata informazione. E’ anche per questo che è nato il portale neurinomi.info, che si pone l’obiettivo di informare su una questione che ancora oggi genera molte discussioni.
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