In verità, l’EMA non aveva nemmeno mai detto neppure il contrario: l’interruzione era stata una prerogativa degli organi governativi tedeschi, francesi ed italiani, ma si può dire che l’ente europeo di riferimento abbia funto da “liberi tutti”. Una sorta di comunicazione ufficiale, che, pur non discostandosi dalla linea precedente, afferma con ancora maggior vigore che non c’è nulla di cui preoccuparsi. Il report segnala 25 casi sospetti di trombosi su oltre 20 milioni di dosi: un’incidenza di poco più di un caso su un milione.
Numeri rassicuranti anche per i più reticenti dissuasori e ora il premier Draghi punta ad accelerare sulla somministrazione delle dosi, nella speranza che questa “pausa riflessiva” seguita da un’ulteriore conferma sulla sicurezza del vaccino abbia aiutato a diminuire i numeri delle disdette, che avevano contribuito a rallentare la campagna. Il piano illustrato dal Generale Figliuolo mira al numero di 500.000 dosi al giorno e sembra essere in fase avanzata il discorso per l’apertura delle farmacie a locus adibito alla somministrazione.
Dunque, il dosso incontrato in questi giorni pare superato, anche se, come abbiamo ricordato anche qui, ogni giorno di ritardo è un giorno che si paga ed errori di calcolo o di percezione non sono più ammessi né dal palazzo, né dal mondo dell’informazione. L’EMA ha assunto volentieri il ruolo di genitore che rassicura i suoi pargoli, ma ha anche fatto intendere con una certa serietà che tali dietrofront da parte dei governi non sono da considerare accettabili, tramite le dichiarazioni dei suoi vertici.
La domanda più grande è, appunto, se tale rassicurazione sarà sufficiente a rammendare la fiducia dei cittadini verso il vaccino. Si aggiunge alla lista dei tentativi di portare un sollievo ai cittadini le dichiarazioni di Draghi riguardo che farà il vaccino AstraZeneca, come anche il Generale Figliuolo e il Capo della Protezione Civile Curcio.
Intanto, prosegue la battaglia sull’altro fronte legato ad AstraZeneca: quello dei ritardi massicci nella distribuzione delle dosi nei paesi membri. Era salita alle cronache la barriera avviata dall’Italia e sostenuta dalla Commissione Europea rispetto al massiccio carico di dosi che era direzionato in Australia, poi fermato per il mancato adempimento dei contratti già avviati con i paesi europei.
Tuttavia, anche successivamente a detta istanza, AstraZeneca aveva annunciato un nuovo ritardo nella distribuzione, dimostrando di far fede solamente alla vera e unica scadenza davvero vincolante del contratto, ovvero quella del numero di dosi annuali, senza invece dar molto peso alle scadenze trimestrali, le quali appaiono assolutamente ordinatorie. L’Europa sta ora valutando di avviare una procedura d’infrazione a riguardo.
Inoltre, sempre in tema vaccini, il nuovo DL Sostegni destina 2,1 miliardi in aggiunta a quanto già esistente per l’acquisto dei vaccini, 700 milioni per l’acquisto di farmaci anti-covid e sarà creato un fondo volto alla produzione di vaccini in Italia.
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