Analisi dell’Italia di Mancini: punti di forza e punti deboli

Nella serata di ieri l’Italia ha pareggiato a San Siro contro il Portogallo con uno 0-0 che non basta agli Azzurri per l’accesso alle Finals della Nations League, ma che allo stesso tempo ci permette di rimanere in Lega A nell’ambito delle qualificazioni per Euro 2020. Una Nations League che è servita anche come banco di prova per testare quali sono i punti deboli e i punti di forza dei primi mesi da CT della Nazionale per Roberto Mancini. Analizziamo insieme quali sono.

PUNTI DI FORZA. L’addio di Buffon alla Nazionale dopo 176 presenze (record assoluto) e un Mondiale vinto ha lasciato spazio a quello che negli ultimi anni era il suo vice e ora potrebbe diventarne l’erede come molti esperti prevedono: Gigio Donnarumma, che il prossimo anno compirà 20 anni. C’è da dire che Donnarumma si sta rivelando molto più efficace tra i pali della Nazionale che nel Milan, il suo club di appartenenza: la parata nel finale del match contro il Portogallo su William Carvalho ne è una delle prove più evidenti. Deve migliorare aspetti come la continuità e la concentrazione (ma di tempo ce ne è, visto che ha ancora 20 anni e i portieri tendono ad un rendimento ad alti livelli anche in età più avanzata) ma i numeri per diventare un fuoriclasse nel suo ruolo ci sono tutti. Molto bene anche il centrocampo, con il trio composto da un Jorginho in grande forma, Verratti e Barella che consentono alla squadra di “fare” le partite, terminandole con un’alta percentuale di possesso palla. Ed è merito del centrocampo se ci sono segnali incoraggianti anche dal punto di vista del gioco. Inoltre è la seconda partita di fila da cui l’Italia esce con la rete inviolata: da registrare anche soli due gol al passivo in quattro partite di Nations League.

PUNTI DEBOLI. L’attacco. L’Italia di Mancini crea tanto ma è davvero poco concreta sotto porta: i 7 gol in 8 partite con l’ex Inter, Manchester City e Lazio in panchina ne sono la dimostrazione. Gli azzurri hanno segnato più di un gol in una singola partita in una sola occasione, nell’amichevole contro l’Arabia Saudita che ha sancito il debutto del Mancio, terminata 2-1. E questo nonostante la presenza nel parco attaccanti di ottimi interpreti quali Lorenzo Insigne e Ciro Immobile, in Nazionale non decisivi come nei loro club. Serve decisamente più cattiveria in zona gol: migliorando anche questo aspetto, Mancini potrebbe togliersi tante soddisfazioni (si spera per l’Italia calcistica).

 

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