Sono scattate le manette per i dirigenti, medici, farmacisti e (alcuni) genitori tutti coinvolti in una ennesima truffa ai danni dello sport e che poteva arrecare danni alla salute ai ragazzi spronati, costretti a far uso di sostanze per migliorare il proprio rendimento e i risultati nella disciplina del ciclismo.
Ancora il ciclismo e ancora i furfanti che vogliono vincere superando i limiti umani, trasformando il corpo di ragazzi, di dilettanti in questo caso, illudendoli di diventare dei campioni e avvelenandoli fino alla morte.
Il marcio nasce già nelle società dilettantistiche, dove normalmente vecchi appassionati, allenano con il cuore quei ragazzi che un giorno potrebbero essere ciclisti professionisti. A Lucca tutto questo funzionava diversamente. presso una società sportiva dilettantistica, i giovani venivano spronati a prendere farmaci. L’indagine è iniziata quando a Maggio è morto una giovanissima promessa del ciclismo, Linas Rumsas (figlio di un campione Lituano Raimondas Rumsas).
Tra gli arrestati, Luca Franceschi, proprietario dell’Altopack-Eppella, grazie ai suoi insospettabili genitori, somministrava sostanze dopanti ai giovani atleti, proprio presso l’abitazione dei suoi familiari. Arrestato anche Elso Frediani, direttore sportivo dell’Altopack, purtroppo esperto delle tecniche per eludere i controlli antidoping, che si procurava visite e consulenze di medici compiacenti. Tra gli arrestati, anche il preparatore atletico Michele Viola, il Farmacista Andrea Bianchi che procurava l’Epo e le altre sostanze dopanti (superando le necessarie richieste dei medici previste per legge). Le indagini stanno proseguendo a tappeto su tutto il territorio toscano. Tante altre persone sono sospettate di aver favorito la possibilità di procurare e somministrare le sostanze dopanti. Un Medico sportivo, infine è indagato per aver favorito i trasferimenti di prodotti oppiacei e di altra natura illegale, permettendone il rintracciamento, la fornitura e l’elusione dei controlli. Ultimo anello dell’attività dei truffatori (per non dir di peggio), la compagna di Luca Franceschi (quindi, lui, madre, padre e compagna….bel quadretto familiare), che permetteva l’assunzione dei prodotti dopanti agli atleti prima delle gare. tra gli altri, anche lo studio legale di un avvocato di Lucca. Si tratta di un penalista con l’hobby della bicicletta ma, a scanso di equivoci, non si tratta del difensore di nessuno degli indagati. i farmaci trovati in possesso dei vertici societari, ma anche del farmacista e perfino dei genitori: Epo, ormoni per la crescita e antidolorifici a base oppiacea.
Gli inquirenti, nella conferenza stampa hanno voluto sottolineare che gli sponsor del team sono estranei all’inchiesta. Le indagini vanno comunque avanti in diverse direzioni. Ce ne è una tragica che interessa il giovane Linas Rumsas deceduto il 2 maggio dello scorso anno. Si devono verificare le responsabilità delle sostanze assunte e se queste ne hanno compromesso le funzionalità vitali. In tal senso, i Responsabili – già in carcere – potrebbero dover rispondere di ben altro che di truffa sportiva e doping (già di per sé cosa gravissima).
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