Guida alla Serie A, sesto episodio. Analisi della rosa della Lazio

Dopo una partenza negativa con 0 punti nelle prime due giornate (anche se c’è da dire che sono arrivati contro compagini superiori come Juve e Napoli), la squadra per la quale stiamo per tracciare la nostra guida si è rimessa in carreggiata con quattro vittorie consecutive e adesso è al quarto posto dietro le già citate Juve e Napoli e il Sassuolo sorpresa d’inizio stagione. Di chi stiamo parlando? Della Lazio di Simone Inzaghi, che proprio domani alle 15 è impegnata in un derby che promette emozioni: i biancocelesti vogliono confermarsi per dare un segnale alle prime della classe, mentre la Roma è intenzionata a mettere a segno un’importante seconda vittoria di fila per risalire la china. Se abbiamo già analizzato i giallorossi a fine agosto, questa volta è il turno dei biancocelesti.

Titolare tra i pali è l’ottimo Thomas Strakosha, lanciato in grande stile da Simone Inzaghi nella stagione 2016-17 per sostituire un Marchetti finito fuori rosa ed è oggi uno dei migliori portieri del nostro campionato. Marchetti è ora al Genoa e il posto di vice-Strakosha è attualmente del belga Proto, arrivato dall’Olympiakos. La sua esperienza (conta 13 presenze in nazionale belga e ha giocato la Champions League con le maglie di Olympiakos ed Anderlecht) può servire molto a livello di spogliatoio seppur al primo anno in biancoceleste. Il terzo portiere è invece Guido Guerrieri, prodotto del vivaio laziale. Serve però un secondo portiere più adatto alla causa della Lazio: Proto va bene, ma a parer mio è più adatto per fare il terzo in una squadra di tale livello. Sono ben sistemate le fasce difensive, con tre elementi difensivi per lato: a destra il titolare è Marusic, con Basta e Patric come alternative, mentre sulla fascia sinistra il posto da titolare se lo giocano addirittura in tre (il vice-capitano Radu, il neoacquisto Durmisi e Jordan Lukaku, in attesa di rientrare da un infortunio al ginocchio). E in più c’è capitan Lulic, centrocampista di fascia sinistra di ruolo ma che può fare anche il terzino fluidificante sinistro. Al centro della difesa è andato via De Vrij (attualmente all’Inter), sostituito da un Francesco Acerbi (arrivato dal Sassuolo) che sta dimostrando di saper reggere alla grande la difesa laziale e, come ha dimostrato nella gara contro l’Udinese, di essere efficace anche in zona gol. Confermati invece Wallace, calato di rendimento rispetto alla prima stagione ma comunque un buonissimo giocatore, Luiz Felipe (su cui la società punta moltissimo) e, come riserve, l’angolano Bastos e l’uruguagio Caceres, reduce da un buonissimo Mondiale con la sua Nazionale.

Insieme alle fasce di difesa, il reparto migliore della squadra è il centrocampo, dove c’è un’abbondanza che pochi club in Serie A hanno. Partiamo dalla punta di diamante del ruolo e dell’intera squadra (ad oggi vale 90 milioni di euro ed è richiesto dalle big di mezza Europa), ossia Sergej Milinkovic-Savic. Un tuttocampista ottimo in fase difensiva, di impostazione e in fase offensiva che può far comodo a qualsiasi club e se continua a crescere può diventare un top player di livello mondiale. Insieme a lui nel terzetto titolare di centrocampo c’è l’ex Liverpool Lucas Leiva, tornato a esprimersi ad alti livelli da quando veste la maglia biancoceleste e l’ormai veterano Marco Parolo, che all’età di 33 anni ancora fornisce un ottimo rendimento. Dietro di loro nelle gerarchie (anche se è riduttivo definire i nomi che stiamo per citare delle riserve visto il livello dei giocatori) ci sono Milan Badelj, vice-campione del Mondo con la Croazia e arrivato alla corte di Inzaghino dopo essersi svincolato dalla Fiorentina di cui era il regista titolare di centrocampo, e Valon Berisha, che in un Salisburgo che lo scorso anno ha raggiunto la semifinale di Europa League (eliminando proprio la Lazio) ha formato un’ottima coppia di centrocampo insieme a Samassekou (quest’ultimo richiesto in estate da Roma e Milan). Completano il ruolo altri due elementi nati nel vivaio laziale, ossia Alessandro Murgia e Danilo Cataldi. Con quest’ultimo persosi un po’ per strada dopo che qualche anno fa sembrava destinato a diventare in ottica futura una bandiera laziale e non trova spazio a causa dell’alta concorrenza, ma ha ribadito di voler rimanere in biancoceleste per giocarsi le sue carte. Passiamo infine all’attacco: titolari sulla trequarti (o anche sugli esterni offensivi) sono il Tucu Correa, arrivato in estate per sostituire Felipe Anderson (passato al West Ham), e a segno nel match contro l’Udinese di mercoledì pomeriggio, e Luis Alberto, diventato ormai uno degli uomini chiave della squadra (la 10 che era di Anderson è ora sua). Lo scorso anno lo spagnolo ex Liverpool ha chiuso il campionato con 11 reti in 34 partite e vuole confermarsi ad alti livelli. Al centro dell’attacco c’è invece il bomber Ciro Immobile, capocannoniere della scorsa stagione insieme a Mauro Icardi dell’Inter e che in tre anni con la maglia della Lazio è già arrivato a quota 55 reti in 75 partite giocate. Servono però delle alternative di livello per i vari ruoli offensivi: Pedro Neto (ala destra) è ancora acerbo seppur con buone qualità, Lombardi è inadeguato alla causa e al centro dell’attacco il solo Caicedo, seppur valido, non basta per far rifiatare Immobile.

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