Negli scorsi episodi abbiamo analizzato nell’ordine la Juventus, il Napoli, la Roma e il Milan. Adesso è il turno di un’altra big chiamata al ritorno tra le grandi dopo la qualificazione in Champions League raggiunta nella scorsa stagione in un emozionante scontro diretto all’ultima giornata contro la Lazio: l’Inter di Luciano Spalletti. Un’Inter molto attiva sul mercato, che ha trattenuto tutti i suoi big rinforzando con tasselli di spessore anche la maggioranza dei reparti della rosa. I nerazzurri sono partiti in sordina, steccando alla prima giornata contro il Sassuolo rivelazione di inizio campionato e pareggiando in casa contro il Torino dell’ex Mazzarri per 2-2 subendo due reti dopo l’iniziale vantaggio per 2-0, per poi riprendersi nella settimana successiva espugnando il Dall’Ara di Bologna per 3-0. La squadra è ben attrezzata e ha le carte in regola per disputare una grande stagione: vero, si è sì non partiti nel migliore dei modi, ma di tempo per recuperare ce ne è.
Tra i pali è stato confermato Samir Handanovic, da diversi anni uno dei migliori portieri della Serie A, spesso sottovalutato per non aver vinto trofei importanti ed essere stato il portiere di un’Inter lontana dai fasti del Triplete e dei cinque scudetti consecutivi, ma che a suon di parate si è rivelato essere uno dei migliori uomini nerazzurri per media voto e continuità. Ma dietro di lui, il vuoto: Padelli e Di Gennaro, rispettivamente secondo e terzo portiere, non sono delle alternative al suo livello, e Berni è semplicemente inadeguato anche come quarto per una squadra con ambizioni come quelle dell’Inter. Serve un vice-Handanovic, con uno tra Padelli e Di Gennaro retrocedibile a terzo portiere, anche perché lo sloveno, nonostante i portieri continuino a rendere anche dopo i 33 anni, non è più un ragazzino. Rinforzato il reparto difensori centrali: è arrivato a parametro zero dalla Lazio l’olandese De Vrij (già a segno contro il Torino), che con l’ottimo Skriniar, rivelazione della scorsa stagione nerazzurra, forma sulla carta una delle più forti coppie di difensori centrali del nostro campionato. L’esperto Miranda sarà la loro prima (e fondamentale) alternativa, mentre Ranocchia come quarto centrale va più che bene nonostante la sua discontinuità perché, essendo un ex capitano del club, può svolgere un importante ruolo da uomo-spogliatoio. Sulla fascia destra di difesa non è stato riscattato Joao Cancelo, ora in forza alla Juventus, ed è stato sostituito con il croato Vrsaljko, arrivato dall’Atletico Madrid: conosce il campionato italiano avendo vestito le maglie di Genoa e Sassuolo prima di approdare alla corte di Simeone e questo è un vantaggio non da poco. Come vice è stato confermato un altro membro dell’ormai “vecchia guardia”, ossia Danilo D’Ambrosio, elemento utilissimo nel far rifiatare Vrsaljko in caso di turnover. Inoltre l’ex Torino è in grado di ricoprire entrambe le fasce e giocare sia da terzino destro che da terzino sinistro. Un terzino sinistro di ruolo di spessore però serviva anche alla luce della deludente stagione del brasiliano Dalbert, ed è arrivato Kwadwo Asamoah, vincitore di sei scudetti con la maglia della Juventus (da titolare della fascia sinistra o da riserva dall’ottimo rendimento). Il ghanese è un ottimo acquisto non solo per esperienza ma anche per duttilità tattica, visto che può giocare anche come centrocampista sinistro in caso di passaggio alla difesa a 3 e persino come centrocampista, visto che è praticamente “nato” in quel ruolo ai tempi dell’Udinese.
C’è l’imbarazzo della scelta a centrocampo, dove Spalletti può contare su un gran numero di ottime risorse. Nainggolan è la punta di diamante del mercato nerazzurro: è arrivato dalla Roma, squadra che lo ha consacrato come uno dei migliori interpreti del suo ruolo in Serie A e che ancora gli è rimasta nel cuore, e ora ritrova il tecnico che più di tutti lo ha valorizzato (solo nella seconda stagione sotto la guida di Spalletti, quella 2016-17, ha messo a segno 11 gol impiegato da trequartista). E, al debutto in maglia nerazzurra, ha già timbrato il cartellino contro il Bologna. Si era parlato di un altro acquisto di spessore a centrocampo, se non un vero e proprio top player: in estate si erano fatti i nomi di Arturo Vidal e Luka Modric, ma la mancata cessione di Joao Mario ha complicato tale piano. Di certo però non si può dire che senza il vociferato top player il centrocampo nerazzurro sia in emergenza, anzi: ad affiancare Nainggolan c’è il fresco vice-campione del mondo Marcelo Brozovic, con un centrocampista di esperienza come Borja Valero a far loro da (ottimo) comprimario insieme a Gagliardini, riserva in nerazzurro ma titolarissimo in Nazionale. Infine c’è l’uomo che ha regalato ai nerazzurri la qualificazione in Champions, ossia Matias Vecino: sulla trequarti l’uruguagio è titolare indiscusso e la dirigenza interista ha (giustamente) deciso di trattenerlo nonostante la corte del Chelsea. Sono inoltre adattabili nel ruolo anche Joao Mario, il già citato Nainggolan e Borja Valero. Confermati, sulle ali, Antonio Candreva sulla destra e Ivan Perisic sulla sinistra. Ma se Perisic è ormai titolare inamovibile della squadra, l’azzurro è stato retrocesso a riserva a causa delle sue prestazioni al di sotto delle aspettative e nettamente inferiori rispetto a quelle offerte ai tempi della Lazio (anche se c’è da dire che è di recente andato a segno contro il Bologna). Per questo è stata acquistata un’ala destra titolare: il nome è quello di Matteo Politano, anche lui romano come Candreva (e anche lui prodotto del vivaio della Roma). Politano viene da un’ottima stagione con la maglia del Sassuolo, dove ha segnato 10 reti in 36 partite, di cui una è quella siglata proprio contro l’Inter rischiando di condannare i nerazzurri all’Europa League: destino ha invece voluto che i nerazzurri centrassero nella giornata successiva l’obiettivo Champions League, con Politano nuovo titolare della fascia destra offensiva interista nella stagione del grande ritorno nella massima competizione europea per club. Un importante acquisto è stato definito anche sull’ala sinistra: dal Monaco è arrivato il senegalese Balde Keita, giocatore che considerare semplicemente riserva di Perisic è una sorta di bestemmia. L’ex laziale può agire anche da falso 9, motivo per il quale il fatto che ci siano solo due attaccanti di ruolo in rosa (e per una squadra che gioca con il 4-2-3-1 può andare bene) non preoccupa. E i due attaccanti di ruolo sono capitan Mauro Icardi, vincitore della classifica cannonieri dello scorso campionato a pari merito con Ciro Immobile (per l’argentino è il secondo titolo di capocannoniere in carriera dopo quello del 2014-15, e anche in quel caso lo vinse a parità di gol con un attaccante italiano, ossia Luca Toni), e il giovane connazionale Lautaro Martinez, da molti considerato l’erede di Gabriel Batistuta dal punto di vista delle caratteristiche. Martinez è attualmente infortunato, ma con un ormai top player come Icardi (ad oggi, secondo Transfermarkt, il suo cartellino vale 95 milioni di euro) che può fargli da chioccia può crescere e diventare in ottica futura un potenziale campione.
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