La notte di Milinkovic

La Lazio si è aggiudicata nel posticipo serale della domenica il big match contro l’Inter di Antonio Conte. Una vittoria che infiamma ancor di più i sogni di gloria dei biancocelesti, che si trovano ora secondi in classifica ad una sola lunghezza dalla capolista Juventus. Tutti gli uomini schierati da mister Inzaghi sono stati autori di una partita magistrale, abbinando un’elevatissima intensità di ritmi ad una grande attenzione tattica. Tuttavia vi è stato un calciatore che ha rubato l’occhio agli spettatori dell’Olimpico più di tutti, regalando una prestazione da fuoriclasse assoluto: Sergej Milinkovic Savic.

Il centrocampista serbo, che proprio in settimana aveva dichiarato di fare meno gol a causa del modo leggermente diverso di giocare rispetto alle scorse stagioni, agendo in zona un po’ più arretrata e avendo maggiori responsabilità di copertura, ha segnato la rete decisiva del 2 a 1 liberandosi con una giocata da urlo della pressione di Romelu Lukaku. Inoltre, anche nel primo tempo era andato vicinissimo al bersaglio, colpendo la traversa da ben fuori l’area di rigore.

Anche se questi due colpi basterebbero di per sé ad offrire al ragazzo lo scettro di migliore in campo, la partita di Milinkovic è andata molto oltre.

Sergej ha infatto dominato tutto il terreno di gioco dal primo all’ultimo istante della contesa, sia sulle giocate aeree sia sui palloni bassi, offrendo ai propri compagni un’invidiabile vastità di scelta dei modi in cui servirlo.
Sempre pronto ad abbassarsi sul centro-destra per ricevere il giro palla dei difensori e garantire un’impostazione più qualitativa rispetto a quella che avrebbe potuto garantire Luiz Felipe e fenomenale nel riempire l’area di rigore avversaria, avendo quasi sempre la meglio nei duelli contro avversari del calibro di Godin e Skriniar. L’azione che si conclude col fallo da rigore di De Vrij su Immobile nasce difatti da un intervento scomposto di Skriniar causato da un perfetto inserimento senza palla di Milinkovic Savic.

Aldilà di tutto ciò comunque, il centrocampista della Lazio ha palesato una sconvolgente superiorità nei confronti degli avversari nella gestione del pallone, a prescindere da quanto questo gli fosse arrivato sporco e assolutamente non curante di quante maglie nerazzurre avesse attorno. Stop elegantissimi e protezione della palla toccandola con la suola del piede e proteggendola col resto del corpo, il tutto tenendo sempre alta la testa per cercare il compagno meglio posizionato da servire.

Come se questo non fosse già abbastanza, nei momenti finali della partita, quando tutta la Lazio stava iniziando a sbagliare qualche appoggio di troppo per via della tensione e della più che comprensibile stanchezza , Sergej si è concesso anche il lusso di superare col sombrero Eriksen prima e Barella poi, concludendo in bellezza quello che è stato a tutti gli effetti un vero e proprio delirio di onnipotenza.

Non scopriamo certo ora le sue qualità, ma non possiamo fare a meno di notare che Milinkovic Savic costituisce per la Lazio un’arma unica nella sua specie, forse ancor più dei gol di Immobile, degli assist di Luis Alberto e delle chiusure di Acerbi. Milinkovic è un tipo di centrocampista che né Juve né Inter hanno a disposizione, e per questo non è poi così difficile immaginare che i sogni di Scudetto della Lazio possano dipendere specialmente dall’estro del calciatore serbo.

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