“Giannis’ extensions gives Bucks reason to celebrate” titola NBA.com questa mattina. Tradotto: “l’estensione di contratto firmata da Giannis dà ai Bucks buoni motivi per festeggiare”.
Probabilmente, non v’è modo migliore in cui porla: Giannis Antetokounmpo, con quest’estensione di contratto, ha regalato ai tifosi di Milwaukee un prolungamento del sogno che da circa tre anni a questa parte stanno vivendo. La scelta del campione greco non era affatto scontata: per gli ultimi due anni Giannis è stato quasi unanimamente ritenuto il più forte giocatore di basket del pianeta, senza considerare LeBron, che sposteremo nell’universo parallelo dei subumani per la durata di quest’articolo, al quale peraltro giurerei egli appartenga davvero.
Allo stesso modo, per due anni Milwaukee ha disatteso enormemente le aspettative, uscendo entrambe le volte al secondo turno dei playoff senza mai peraltro dare l’impressione di aver subito una sconfitta ingiusta, o avvenuta per caso. In entrambe le situazioni, con i Celtics nel 2019 e con gli Heat agli scorsi playoff, era evidente che la squadra più forte non fossero i Bucks. Altrettanto unanime è un dato verso questi due fallimenti: la colpa non è assolutamente stata di Giannis.
Non fraintendiamoci, Giannis Antetokounmpo è il più dominante giocatore di basket del pianeta, ma ha ugualmente grosse falle nel suo gioco. Se mi venisse domandato: ha influito la carenza totale di un tiro perimetrale da parte del greco alla doppia uscita precoce ai playoff? Risponderei senz’altro: sì. È un dato oggettivo che vi sono degli spazi vuoti nel gioco di Antetokounmpo che permettono alle difese avversarie di adattare una difesa incentrata su di lui e che limiti specificamente il suo gioco.
Dall’altro lato, però, se tale sistema difensivo può essere adottato contro i Bucks è anche perché gli spazi che vengono concessi dalla tattica di attendere Antetokounmpo con tre uomini dentro l’area dei tre secondi, come se gli stessero tendendo un agguato, non vengono adeguatamente sfruttati dal resto della squadra. Orientare una difesa di 5 uomini specificatamente ad indebolire il gioco offensivo di uno comporta che gli altri 4 debbano essere in grado di approfittare di questa forzatura difensiva e questo non è mai accaduto per i cervi di Milwaukee. Il tutto unito al tormentone per cui Khris Middleton non può esser considerato un secondo violino in una squadra di titolo, tormentone confermato dai fatti.
Per questo motivo, poteva apparire che la pazienza fosse finita per Giannis, il quale non ha mai nascosto di volere una cosa soltanto: vincere. Eppure, ha sempre anche dimostrato di avere un cuore all’altezza della storia che l’ha portato in NBA e di nutrire un sentimento di profonda gratitudine ad una città che l’ha amato dal primo giorno e che non ha mai smesso di farlo. Il mercato aveva portato dei leggeri miglioramenti, ma nulla di trascendentale come sperato e in particolare la beffa Bogdanovic, prima annunciato e poi finito ad Atlanta, aveva spento gli entusiasmi e concretizzato le paure dei tifosi della volontà di una boccata d’aria nuova per Giannis.
Invece, contro le aspettative di molti, l’MVP ha deciso di rimanere in Wisconsin, firmando un’estensione di 5 anni. Una promessa che lo lega alla squadra di Milwaukee per tutto il peak dei suoi anni di carriera, almeno in astratto. Si tratta di un gesto d’amore come se ne sono visti pochi in NBA: Giannis rappresenta senz’altro, tra i top 10 che ancora non hanno vinto, il giocatore che ha ricevuto meno rinforzi da parte della società e probabilmente uno di quelli maggiormente legittimati a salutare i propri tifosi.
Ha invece deciso di non farlo, rendendo una futura eventuale vittoria ancor più eroica per questa città e assicurandosi, per quanto su questo non vi fossero dubbi, il mantello di eroe della città di Milwaukee. A proposito di Milwaukee, va anche detto che non si tratta di una città particolarmente attraente come meta, motivo per cui la scelta di Giannis è da considerarsi ulteriormente degna di ammirazione e per cui le responsabilità della dirigenza Bucks devono intendersi come meno ingenti. La verità è che Giannis rappresenta l’attrazione più importante della città.
E oggi, dopo l’ennesima dimostrazione di integrità e di affetto del gigante buono dal cognome impronunciabile, tutti i tifosi di basket tiferanno un po’ di più per Milwaukee.
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