“Sangue, sudore e lacrime”, queste sono state le tre parole che in molti hanno utilizzato per descrivere il match di ieri contro la Spagna di Luis Enrique. Gli azzurri sono riusciti a mettersi in tasca l’accesso alla finale del campionato europeo grazie ad una interminabile sfida conclusasi ai calci di rigore.
Nonostante le premesse e le aspettative positive prima della partita, quella di ieri è stata una battaglia all’ultimo sangue. La Spagna ha dimostrato di aver meritato la semifinale a tutti gli effetti, mettendo in campo qualità, gioco e temperamento e dando svariate preoccupazioni alla difesa tricolore durante tutto l’incontro. Come aveva detto Bonucci in un’intervista prepartita, doveva arrivare il momento di tirare fuori gli artigli e dimostrare che la nazionale sapesse soffrire e infatti così è stato. La partita di ieri è stata differente dalle altre, per chi ha avuto modo di seguire il cammino degli azzurri fino a questo momento, deve scordarsi le prestazioni spumeggianti e le dimostrazioni di superiorità rispetto agli avversari. Sia la Spagna che la nostra nazionale sono due squadre, nel vero senso della parola, ovvero due gruppi molto uniti e che sanno come giocare a questo sport. Già dai primi minuti, le furie rosse impongono il proprio gioco, possesso palla avvolgente e pressing alto appena l’Italia provava a ripartire. Infatti le preoccupazioni per gli azzurri sono state non poche e tutti hanno compreso che tipo di partita sarebbe stata. Mancini schiera: Donnarumma; Di Lorenzo, Bonucci, Chiellini, Emerson; Barella, Jorginho, Verratti; Chiesa, Immobile, Insigne. La Spagna risponde con Simon, Azpilicueta, Eric Garcia, Laporte, Jordi Alba, Koke, Busquets, Pedri, Ferran Torres, Dani Olmo, Oyarzabal.
Al 3′ minuto però, la prima occasione è per noi, con un palo colpito da Barella, il quale però viene fermato dal guardialinee per posizione irregolare. Il gioco della Spagna cresce e si alimenta come un fuoco, al 14′ Ferran Torres salta con un guizzo un difensore azzurro e scaglia un fendente che finisce di poco a lato dalla porta di Donnarumma. Gli azzurri sono quasi stupiti dal gioco spagnolo e fanno fatica ad uscire dalla propria metà campo. Al 20′ un uscita maldestra di Unai Simon, permette all’Italia di poter provare a segnare ma Immobile perde troppo tempo e non riesce a cogliere l’occasione. Poco dopo, Dani Olmo, forse il migliore in campo, impensierisce Donnarumma che però gli nega la gioia del gol con un grande intervento. Nuova occasione, stavolta per l’Italia, con Emerson che colpisce la traversa a distanza ravvicinata e fa tremare la porta iberica. Nella ripresa nulla cambia, la Spagna continua a dettare il proprio gioco e l’Italia prova a reagire di conseguenza. 58′ minuto, Verratti vede Insigne libero sulla fascia, con la maggior parte dei giocatori spagnoli in area azzurra, questo scatta e serve Immobile con un passaggio filtrante, il quale però viene fermato dall’uscita del portiere. Chiesa riesce a riconquistare la palla vagante e supera un difensore spagnolo, vede un angolo scoperto e fa partire un destro a giro che si infila magnificamente in rete. Vantaggio per gli azzurri. L’Italia cresce e circa dieci minuti dopo Berardi sciupa l’occasione di poter raddoppiare. Luis Enrique fa così entrare Morata e Gerard Moreno, nella speranza di dare più vitalità e peso in attacco. Mancini, prudente, inserisce Pessina e Toloi. All’80’ la Spagna reagisce e raggiunge il pari con Morata, a seguito di una bella triangolazione con il solito Dani Olmo. Entrambe le squadre sembrano così decise a rimandare tutto ai supplementari e il match termina in pareggio. L’extratime costringerà gli azzurri a resistere ancora di più, prima sulla punizione di Olmo e poi sul colpo di testa in area di Morata. Berardi trova il gol ma gli viene annullato per fuorigioco e le squadre, ormai stremate, non sono più in grado di sferrare attacchi letali, si va, quindi, ai calci di rigore. Il primo a tirare è Locatelli, che si fa però parare il rigore da Simon. Risponde Olmo che lo spedisce alto, regalando maggior tranquillotà agli azzurri. Belotti e Bonucci per gli azzurri, Moreno e Thiago per gli spagnoli, si resta in parità. Il quarto rigore viene battuto egregiamente da Bernardeschi che infila il pallone sotto al sette. Tocca a Morata rispondere, l’unico a giocare in Italia dei suoi compagni in campo. Prova a piazzare rasoterra ma Donnarumma non si fa fregare e neutralizza il penalty. Siamo in vantaggio e se Jorginho segna la finale è nostra. L’italo-brasiliano, con estrema freddezza, spiazza Unai Simon e infila in rete il rigore che ci regala l’accesso alla finale di Wembley di domenica.
La gioia dei ragazzi è immensa, tutti corrono verso il settore occupato dai tifosi azzurri e iniziano i festeggiamenti. L’Italia è stata premiata per aver sofferto, da vera squadra e da vero gruppo, dimostrando a tutti che ce la potesse fare. Ora attendiamo la sfida di oggi tra Danimarca e Inghilterra per conoscere quale sarà l’avversario che dovremo affrontare in finale. C’è fibrillazione in tutte le piazze d’Italia, la gente ha voluto e vuole continuare a festeggiare dopo un anno di rinunce e sofferenze. Appuntamento dunque a domenica, ore 21, per la resa dei conti.
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