Siamo nel 1997. Un certo Ronaldo Luis Nazario De Lima, conosciuto semplicemente come Ronaldo o anche “il Fenomeno”, si impone all’attenzione del calcio mondiale dopo una strepitosa stagione con la maglia del Barcellona, dove segna 34 reti in 37 partite. Molti club di tutto il mondo fanno carte false per assicurarsene le prestazioni, ma a spuntarla è una squadra della nostra Serie A: l’Inter, che lo acquista per la cifra (ai tempi) record di 50 miliardi di lire. I tifosi nerazzurri sono in delirio e sognano uno scudetto che nella Milano nerazzurra manca dal 1989. Nell’altra sponda di Milano, quella rossonera, fa invece ritorno quel Fabio Capello che da quelle parti ha vinto quattro campionati: è stato scelto dalla dirigenza per dimenticare la deludente annata 1996-97 trascorsa all’undicesimo posto. I Campioni d’Italia della Juventus acquistano dall’Atalanta il capocannoniere della stagione precedente Pippo Inzaghi, che va a formare una coppia tutta italiana con Del Piero che promette scintille. Importanti cambiamenti arrivano anche a Roma, su entrambe le sponde: la Roma sceglie come tecnico per il grande riscatto Zdenek Zeman, arrivato dai cugini della Lazio sulla cui panchina ha centrato tra i vari risultati positivi un secondo posto nel 1995, mentre la Lazio sceglie un ex romanista come lo svedese Sven-Goran Eriksson, il quale porterà in biancoceleste elementi di spessore come il capitano della Sampdoria Roberto Mancini. In seconda fascia, il grande colpo lo fa il Bologna acquistando per rinforzare l’attacco un Roby Baggio in cerca di riscatto dopo due annate da dimenticare al Milan.
A vincere il campionato sarà ancora una volta la Juventus, trascinata dai gol della coppia Del Piero-Inzaghi (39 gol in due, di cui 21 siglati da Alex e 18 da SuperPippo), ma non senza feroci polemiche: il contatto in area di rigore provocato dal difensore bianconero Iuliano su Ronaldo nello scontro diretto tra i torinesi e l’Inter con seguente gol di Del Piero dopo il ribaltamento dell’azione fa ancora oggi discutere. I nerazzurri, trascinati al secondo posto da un Ronaldo vice-capocannoniere (25 reti segnate alla sua prima stagione in Italia), si rifaranno vincendo la Coppa Uefa nella finale tutta italiana contro la Lazio di Eriksson per 3-0. Una Lazio che perderà sì la Coppa Uefa e chiuderà solo al settimo posto della classifica di Serie A risultando la peggio piazzata tra le sette sorelle, ma che allo stesso tempo vincerà la seconda Coppa Italia della sua storia e si aggiudicherà quattro derby su quattro (due in campionato e due in coppa nazionale) tutti vinti in soli 6 mesi. Ma il bilancio negativo nei derby non macchia l’ottima stagione della Roma che chiuderà la stagione con un dignitosissimo quarto posto che riporta i giallorossi nella zona coppe europee dopo un anno di “silenzio”, piazzandosi al di sopra di compagini più attrezzate come la stessa Lazio, il Parma e la Fiorentina. Tra le big, la delusione è invece ancora una volta il Milan: il “Capello-bis” si rivela un esperimento fallimentare e i rossoneri chiudono la stagione solo al decimo posto.
Grande sorpresa del campionato sarà invece l’Udinese di Alberto Zaccheroni, che migliora contro ogni pronostico il quinto posto dell’annata precedente, classificandosi al terzo posto. In evidenza Oliver Bierhoff, capocannoniere della stagione con ben 27 reti. Si qualificano per la nuova Coppa Intertoto, che dà la possibilità alle sue vincitrici di qualificarsi alla Coppa Uefa, il Bologna e la Sampdoria. Nel Bologna si rilancia in grande stile Roberto Baggio, che segna 22 reti di cui la metà dal dischetto e si piazza al terzo posto della classifica marcatori dopo Bierhoff e Ronaldo: l’ottima stagione in rossoblù lo riporta in Nazionale in vista del Mondiale di Francia. Altra sorpresa di questa stagione è l’Empoli (nella sua storica stagione di debutto in Serie A) che Luciano Spalletti, oltre ai gol di Carmine Esposito, porterà al dodicesimo posto. Altra neopromossa che stupisce è il Bari di Fascetti che celebra la stagione del suo ritorno in A chiudendo all’undicesimo posto. Si salvano anche il “Piacenza degli italiani” e un Vicenza in calo rispetto alla stagione precedente ma che raggiunge una storica semifinale di Coppa delle Coppe. Retrocedono infine due neopromosse come il Brescia e il Lecce, un’Atalanta per la quale si fa sentire l’assenza dei due gioielli trascinatori dell’andata precedente (Inzaghi e Morfeo, quest’ultimo passato alla Fiorentina) e un Napoli che chiude la stagione totalizzando il misero bottino di 14 punti e cambiando nel corso dell’annata quattro tecnici (Mutti, Mazzone, Galeone e Montefusco).
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