Serie A Story, stagione 2001-02. La Juve vince il suo 26° scudetto in un’emozionante lotta a tre con Roma e Inter

Correva l’anno 2001. La Roma torna a vincere lo Scudetto dopo 18 anni dall’ultimo campionato vinto (è il terzo nella storia del club capitolino), festeggiato con uno storico evento tenutosi al Circo Massimo il 24 giugno 2001 davanti a migliaia (quasi un milione) di tifosi romanisti giunti a Roma da tutta Italia che vide tra i suoi momenti salienti il concerto di Antonello Venditti e uno spogliarello di Sabrina Ferilli, oltre all’arrivo sul palco della squadra campione d’Italia. Il presidente giallorosso Franco Sensi decide di attuare una politica di mercato conservativa, fedele al motto “squadra che vince non si cambia”, acquistando principalmente tasselli per puntellare una squadra già forte, tra esperti (Panucci e Fuser), giocatori in rampa di lancio (Lima) e giovani promettenti (Cufré, Pelizzoli e Cassano). La regina del mercato estivo è invece una Juventus che richiama in panchina Marcello Lippi dopo i secondi posti delle precedenti stagioni (e il settimo del 1998-99): ceduti Zidane al Real Madrid per 150 miliardi di lire e Pippo Inzaghi al Milan per 70 miliardi, fino a quel momento il più costoso acquisto di sempre, i soldi vengono reinvestiti in acquisti di peso come il portiere del Parma e della Nazionale italiana Gigi Buffon, il centrale difensivo (sempre proveniente dal Parma) Lilian Thuram, e dalla Lazio, l’ala Pavel Nedved e l’attaccante Marcelo “Matador” Salas, arrivato in bianconero in un’operazione che porta in biancoceleste il serbo Darko Kovacevic. I biancocelesti, terza forza del precedente campionato, perdono anche Veron (passato al Manchester United) e si rinforzano, oltre che con Kovacevic, anche con l’ala del Valencia Gaizka Mendieta, due volte vice-campione d’Europa con gli iberici, con il trequartista dell’Udinese Stefano Fiore e, in difesa, con Jaap Stam, centrale difensivo olandese arrivato dal già citato Manchester United. Milan e Inter hanno voglia di riscatto dopo un 2000-01 a dir poco deludente. Sulla panchina nerazzurra arriva lo spagnolo Hector Cuper, reduce da due finali di Champions League con il Valencia. Confermata la coppia Ronaldo-Vieri in attacco, viene rinforzato il reparto portieri con l’arrivo di Francesco Toldo dalla Fiorentina, mentre in difesa arriva il centrale-goleador Marco Materazzi dal Perugia per 20 miliardi di lire. Rinforzi importanti anche a centrocampo: l’ex Lazio e Parma Sergio Conceiçao per le fasce e, al centro, i due turchi Okan Buruk ed Emre dal Galatasaray (giunti a Milano a parametro zero). I due vinsero la Coppa Uefa con il club turco nel 2000, e anche l’artefice di quel trionfo, Fatih Terim, approderà a Milano, ma sulla sponda rossonera. Berlusconi affida la panchina del Milan al turco tra lo scetticismo generale dopo la negativa esperienza alla Fiorentina. Proprio dalla Fiorentina arriverà la ciliegina sulla torta del mercato rossonero (insieme al già citato arrivo di Inzaghi), ossia il trequartista portoghese Rui Costa. Terim porta con sé a Milano anche il suo pupillo Umit Davala, mentre dall’Inter arrivano Brocchi e Pirlo, reduce da un’eccellente stagione al Brescia di Mazzone in uno scambio che porta in nerazzurro Andres “Guly” Guglielminpietro. Il Parma sostituisce Buffon con il francese Sebastian Frey, pronto a riscattarsi dopo una deludente annata all’Inter, e Thuram con il connazionale del Monaco Martin Djetou, mentre sulla trequarti si rinforza con Hidetoshi Nakata. Tra le neopromosse, da segnalare il mercato di Torino e Piacenza: entrambi i club si rinforzano con elementi di esperienza in Serie A per puntare a una tranquilla salvezza. In granata arriveranno tra gli altri Benoit Cauet (centrocampista dell’Inter), Cristiano Lucarelli (centravanti del Lecce) e la seconda punta del Bari retrocesso in B Iksel Osmanovski, mentre il Piacenza si affida a Di Francesco, fresco campione d’Italia con la Roma che oggi allena, per il centrocampo e Darione Hubner, bomber del Brescia, per l’attacco (le rondinelle – che nel frattempo sostituiscono Pirlo con Pep Guardiola a centrocampo – lo sostituiranno con Luca Toni, arrivato dal Vicenza).

Il campionato 2001-02 venne vinto dalla Juventus all’ultima giornata, il 5 Maggio del 2002, dopo una lotta a tre con la Roma e l’Inter, classificatesi rispettivamente seconda e terza. Tutto sembrava pronto per l’affermazione nerazzurra, con uno scudetto che mancava in casa Inter da tredici anni, ma all’ultima giornata i ragazzi di Cuper perdono all’Olimpico per 4-2 contro una Lazio che non aveva più nulla da chiedere a una stagione al di sotto delle aspettative (Mendieta è ancora oggi considerato uno dei “bidoni” più clamorosi della storia della Serie A) e chiusasi al sesto posto per i biancocelesti, allenati da Zaccheroni. La partita terminò anche con un Ronaldo all’ultima stagione in nerazzurro in lacrime in panchina. In contemporanea, la Juventus espugna il Friuli di Udine vincendo per 2-0 con le reti del capocannoniere (a pari merito con il piacentino Dario Hubner) Trezeguet e di capitan Del Piero e la Roma vince a Torino contro i granata per una rete a zero (decisivo l’allora ventenne Cassano). La classifica pertanto recita: Juventus 71, Roma 70 e Inter 69. Si qualifica per la Champions League (partendo però dai preliminari come anche i cugini dell’Inter) anche il Milan, che dopo una partenza sotto tono culminata con l’esonero di Terim si rimette in carreggiata con l’arrivo in panchina del grande ex (da giocatore) Carletto Ancelotti, che da allenatore dei rossoneri nelle annate successive si toglierà diverse soddisfazioni. Oltre alla Lazio, si qualificano in Coppa UEFA anche il Parma, decimo classificato ma vincitore della Coppa Italia ai danni della Juve campione d’Italia, e la rivelazione per eccellenza di quella stagione calcistica, ossia la favola del Chievo di Gigi Del Neri, che nel girone d’andata occupò la vetta della classifica da fine ottobre dopo una vittoria con il Parma fino all’inizio di dicembre, in coincidenza con una sconfitta per 3-2 contro il Milan a San Siro che portò in testa i cugini dell’Inter. I “Mussi Volanti” chiusero la stagione con un quinto posto da applausi e una storica qualificazione europea, se si considera che si tratta di una squadra di quartiere presente nel calcio professionistico da quindici anni. Deludente fu invece il campionato dell’altra (e più blasonata) squadra veronese, l’Hellas: dopo un’ottima partenza che vide i gialloblù salire fino al quarto posto e vincere il derby d’andata contro il “Chievo dei miracoli”, un calo nel girone di ritorno porta i ragazzi allenati da Malesani a retrocedere in Serie B nonostante una rosa composta da futuri Campioni del Mondo come Oddo, Camoranesi e Gilardino. Si iscrivono all’Intertoto il Bologna di Guidolin, classificatosi settimo e trascinato dai gol della coppia Signori-Cruz, e il Perugia di Serse Cosmi, che migliora la stagione precedente nonostante cessioni eccellenti come quella di Materazzi chiudendo all’ottavo posto. Chiude la prima metà della classifica l’Atalanta, con un Cristiano Doni (trequartista di ruolo) autore di 16 gol che gli valgono la convocazione in Nazionale per il Mondiale di Corea e Giappone 2002.

Apre la seconda metà della classifica il Parma, deludente in campionato e vincente in Coppa Italia, seguito dalle due neopromosse Torino e Piacenza, quest’ultimo salvatosi anche grazie alle 24 reti del capocannoniere Hubner, divisosi il titolo con lo juventino Trezeguet. Si salvano all’ultima giornata, a vantaggio dell’Hellas Verona, Brescia e Udinese: stagione per entrambi i club al di sotto di ogni aspettativa, anche se il Brescia è stato penalizzato dall’infortunio di Roberto Baggio, tornato in campo dopo soli 77 giorni da un infortunio al legamento crociato sinistro. Retrocedono anche il Lecce dei sudamericani Chevanton e Giacomazzi, il Venezia ultimo in classifica (a soli 18 punti) nella sua finora ultima stagione in Serie A di sempre (e non basteranno i 18 gol stagionali di Pippo Maniero) e una Fiorentina in crisi finanziaria nera che a causa degli alti debiti non si iscriverà al campionato di Serie B successivo. Ciò porterà al fallimento della società toscana, all’acquisto da parte dei Della Valle e all’iscrizione al campionato di Serie C2 con il nome di Florentia Viola.

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