Sta per terminare il girone di ritorno della Serie A 2018-19 e noi riprendiamo dopo diverse settimane il nostro viaggio all’interno della storia del massimo campionato calcistico italiano. Estate 2004: il calcio italiano si avvicina alla sua prima, rivoluzionaria, stagione di Serie A con 20 squadre (la Serie B diminuisce a 22, con tre retrocessioni dalla A, tre promozioni in A dalla B di cui una via play-off tranne in caso di largo distacco tra la terza e la quarta classificata e quattro retrocessioni dalla B alla C1, di cui una via play-out salvo largo distacco tra la quint’ultima e la quart’ultima classificata). Tranne Carlo Ancelotti che rimane saldo sulla panchina del Milan campione d’Italia, tra le big italiane è in atto un vero e proprio valzer degli allenatori: Lippi lascia la Juventus (per poi diventare il nuovo CT della Nazionale italiana dopo l’addio di Trapattoni) e viene sostituito da Fabio Capello dopo cinque anni più che positivi alla guida della Roma (con la quale vince uno Scudetto e una Supercoppa Italiana), che a sua volta lo sostituisce con Cesare Prandelli, l’uomo che ha riportato il Parma in alta classifica dopo un inizio anni 2000 tra alti e bassi. Un Prandelli che si dimetterà dal suo incarico a fine campionato per stare vicino alla moglie Manuela, colpita da una grave malattia: sarà l’inizio per la Roma di una sfortunata girandola di allenatori (Voeller, Sella, Del Neri e Bruno Conti). L’Inter ingaggia invece come nuovo tecnico Roberto Mancini, vincitore della Coppa Italia con la Lazio, che si trova a fronteggiare la prima finestra di mercato della presidenza Lotito. Lotito che si affida alla soluzione interna per la sua prima stagione, promuovendo dalla Primavera alla prima squadra il tecnico Domenico Caso, uno dei membri da giocatore dell’eroica “Lazio dei -9” del 1987. Quanto al mercato calciatori, il Milan si rinforza in difesa con Jaap Stam che va a formare con Nesta una coppia centrale che promette scintille e in attacco con Hernan Crespo, arrivato in rossonero in prestito dal Chelsea. L’Inter risponde con gli arrivi di Esteban Cambiasso dal Real Madrid e Juan Sebastian Veron dal Chelsea a centrocampo, mentre in difesa arrivano Mihajlovic e Favalli (che Mancini ha già allenato per due stagioni di Lazio) insieme a un giovane Burdisso e a Ze Maria, uno dei pochi a salvarsi nella stagione del ritorno del Perugia in Serie B. Un’Inter che perde invece Fabio Cannavaro, che va insieme a Jonathan Zebina a rinforzare la difesa della nuova Juve di Capello: oltre a Zebina, Capello si porta con sé sempre dalla Roma il brasiliano Emerson, da sempre suo pupillo. Ma il vero colpo arriva in attacco, un attacco già ottimo con i soli Del Piero e Trezeguet: sbarca a Torino dall’Ajax un certo Zlatan Ibrahimovic. Tante le partenze importanti in casa Roma: oltre a Zebina ed Emerson lascia la Roma giallorossa anche Walter Adrian Samuel, passato al Real Madrid. In sostituzione di essi arrivano dal Parma Matteo Ferrari, fortemente voluto dall’iniziale allenatore Prandelli, dall’Auxerre Philippe Mexes e dal Chievo l’ormai titolare in Nazionale Simone Perrotta, approdato in giallorosso in cambio di Matteo Brighi (acquistato dai capitolini a parametro zero), girato in prestito proprio ai veronesi. Rivoluzione anche tra le fila della Lazio con l’avvento di Lotito: via diversi uomini chiave sia della Lazio che fu di Eriksson sia della “Banda Mancini”, dentro tanti giovani talenti (tra cui Goran Pandev), giocatori che hanno ben figurato nella precedente stagione di Serie A come Siviglia e Rocchi e soprattutto il ritorno dell’idolo dei tifosi biancocelesti Paolo Di Canio. Scatenate sul mercato anche le sei neopromosse dalla Serie B, due in particolare: la Fiorentina e il Palermo. I viola vogliono fare le cose in grande per il ritorno in massima serie dopo tre anni travagliati tra fallimento, C2 e ripescaggio in Serie B: tanti gli acquisti di spessore, tra cui Ujfalusi (titolare della nazionale ceca), un giovanissimo Giorgio Chiellini, Fabrizio Miccoli, il record-man della cantera del Real Madrid Portillo e soprattutto Hidetoshi Nakata. Ma anche i rosanero non sono da meno: viene confermata gran parte della squadra che ha conquistato la Serie A nell’annata precedente con in aggiunta importanti innesti di esperienza in massima serie come Cristian Zaccardo e Andrea Barzagli, reduci da ottime stagioni con Bologna e Chievo. E a proposito di Bologna, i rossoblù mettono a segno per il centrocampo il colpo Theodoros Zagorakis, reduce da un Europeo con i fiocchi con la Nazionale Greca che ne esce, a sorpresa, vincitrice sconfiggendo in finale i padroni di casa del Portogallo.
Il campionato viene vinto dalla Juventus, dominatrice dalla prima all’ultima giornata e trascinata dalle reti del neo-acquisto Ibrahimovic. Un campionato che un anno dopo, nel 2006, verrà revocato alla Juve dopo lo scandalo Calciopoli. Segue al secondo posto il Milan (vice-campione d’Europa dopo la rocambolesca sconfitta ai rigori di Istanbul contro il Liverpool di Rafa Benitez) di uno Shevchenko che a metà campionato vincerà il Pallone d’Oro. Si qualifica per la Champions League anche l’Inter che totalizza il record di pareggi ma si rifarà vincendo la Coppa Italia in finale contro la Roma, che deve accontentarsi di un deludente ottavo posto (arrivato dopo ben quattro cambi di allenatore) con qualificazione in Coppa UEFA acquisita grazie alla finale di Coppa Italia in questione. Infine, completa il blocco delle squadre qualificate in Champions, a sorpresa, l’Udinese di Luciano Spalletti che accede ai preliminari piazzandosi al quarto posto nella classifica finale. Oltre alla già citata Roma, si qualificano in Coppa UEFA anche la Samp di Novellino (quinta) e il Palermo di Guidolin e del bomber Luca Toni, che mette a segno quello che fino a quel momento è stato il suo miglior piazzamento in A della sua storia. Il Palermo non è però la sola squadra siciliana a stupire in quell’annata: al settimo posto c’è invece il Messina di Bortolo Mutti, altra neopromossa dal campionato 2003-04, che si guadagna la fama di ammazza-grandi ma non si qualifica in Europa per l’accesso in finale di Coppa Italia della Roma. Dopo il settimo posto, grande equilibrio tra l’ottavo e il diciannovesimo posto: dodici squadre in soli quattro punti! Ottavo in coabitazione con la Roma c’è un altro club neopromosso, il Livorno del capocannoniere Cristiano Lucarelli, ancora oggi idolo della tifoseria toscana, mentre si dividono il decimo posto ben quattro squadre: Lazio (che si iscrive all’Intertoto), Cagliari, Lecce e Reggina. Seguono Siena e Chievo con 43 punti, mentre nella zona che va tra la salvezza e la retrocessione la Fiorentina si salva per la classifica avulsa: si giocano lo spareggio salvezza Parma e Bologna in un derby emiliano, e ad aggiudicarselo sono i ducali, che rimangono in Serie A anche per merito dei 23 gol di un Alberto Gilardino pronto al grande salto verso il calcio che conta, condannando i cugini rossoblù alla retrocessione in Serie B dopo nove anni. Retrocedono anche il Brescia, al primo anno dopo il ritiro di Roby Baggio, e l’Atalanta, che disputa un girone d’andata disastroso e dà segnali di ripresa con l’avvento in panchina di Delio Rossi, ma ciò non impedisce alla Dea il ritorno in Serie B dopo un solo anno di massima serie.
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