L’evasione fiscale è uno dei maggiori problemi che affligge l’Italia ormai da molto tempo e i numeri che dimostrano quanto questo fenomeno sia drammaticamente diffuso nel nostro paese stimano in oltre 100 miliardi di euro la cifra complessiva che ogni anno non viene dichiarata, un sommerso enorme che contribuisce a creare un problema enorme che non può e non deve essere ignorato.
E’ stato proprio da diversi anni a questa parte che alcune delle principali multinazionali statunitensi sono finite al centro delle polemiche per la strategia piuttosto diffusa che prevedeva la scelta della sede legale in paesi a tassazione agevolata, come l’Irlanda, anche per i guadagni generati in altri paesi. Google è tra i colossi finito al centro delle attenzioni delle autorità nostrane per aver seguito questa strada, ma è in questi giorni che con l’obiettivo di evitare qualsiasi contenzioso, che il colosso di Mountain View ha raggiunto un accordo con l’Agenzia delle Entrate, accettando di pagare 306 milioni di euro di tasse arretrate.
La conferma dell’effettivo accordo arriva a distanza di diversi giorni di indiscrezioni che anticipavano questo epilogo, ma soprattutto dopo una lunga serie di accertamenti che hanno visto la Guardia di Finanza impegnata ad approfondire le entrate fiscali che Google avrebbe generato in Italia, scegliendo tuttavia di fatturarle in paesi che consentono ai colossi hi-tech di godere di una tassazione agevolata, versando quindi tasse inferiori a quanto dovrebbero.
Nel caso italiano si parla del mancato versamento delle tasse per i periodi dal 2002 al 2006 e dal 2009 al 2015. Per tutto questo periodo, l’accordo raggiunto tra Google e il fisco italiano prevede il pagamento complessivo di 306 milioni di euro. Di questi 303 milioni sono stati attribuiti a Google Italia e solo 3 milioni a Google Irlanda. Adesso resta da capire se l’accordo avrà effetti anche sull’inchiesta penale aperta per la presunta evasione fiscale, a carico di 5 manager di Google.
Google ha commentato la notizia, confermando che continuerà anche in futuro a contribuire alla crescita dell’ecosistema online del nostro paese. Ma è importante sottolineare che in base all’accordo, pur essendo state risolte le questioni fiscali, per il futuro Google stipulerà accordi che gli permetteranno di calcolare adeguatamente la tassazione sui profitti generati in Italia.
Bisogna anche ricordare che Google non è certo la prima internet company che si trova al centro di controversie legate alle tasse arretrate. Apple nel 2015 ha deciso di seguire la stessa strada, accordandosi con il fisco e accettando di pagare 318 milioni di euro, mentre pochi giorni fa al gigante delle vendite online Amazon è stata contestata la presunta evasione di 130 milioni di euro.
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