Adesso anche le cuffie possono spiarti grazie a un malware

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Più volte si è parlato di malware e di quanto navigare in rete possa nascondere pericoli tutt’altro che limitati per la sicurezza e la privacy degli utenti, a causa dell’attività di hacker e cyber-criminali che sfruttano le proprie competenze per realizzare malware e software spia in grado di carpire dati sensibili degli utenti mettendo a rischio la loro sicurezza e portando a tutta una serie di altre conseguenze che possono comprendere, nei casi più gravi, anche l’accesso ai conti bancari o il furto d’identità.

Nonostante le misure di sicurezza aumentino costantemente, il fatto che le nostre vite stiano diventando sempre più basate sulla tecnologia non aiuta di certo a rendere più sicure le nostre vite, soprattutto quando dispositivi di uso quotidiano come pc, tablet, smartphone, webcam e oggetti connessi possono essere hackerati. L’ultima scoperta, in tal senso, rivela adesso che coprire il microfono e la webcam del proprio notebook con del semplice nastro adesivo, potrebbe non essere sufficiente ad impedire che le nostre conversazioni private vengano intercettate in caso di accessi indesiderati. Adesso anche delle semplici cuffie, possono essere trasformate in un pericolo per la nostra privacy.

Se siete tra quelle persone che, esattamente come Mark Zuckerberg, hanno deciso di seguire il consiglio di James Comey, Direttore dell’FBI, che ha consigliato di coprire microfono e webcam dei pc e notebook con del nastro adesivo, allora è bene che prendiate in considerazione anche ciò che alcuni ricercatori di un’università israeliana hanno scoperto di recente.

Due ricercatori della Ben Gurion University hanno pubblicato un interessante studio sul portale ArXiv, che spiega in maniera piuttosto chiara in che modo un semplice paio di cuffie, che si utilizzano ad esempio per ascoltare musica, possono essere trasformati in un dispositivo in grado di registrare ciò che viene detto nelle vicinanze. Tutto ciò è reso possibile da un malware, chiamato Speake(a)r che secondo i ricercatori è in grado di sfruttare una caratteristica del codec dei chip audio RealTek per trasformare i canali di uscita a cui vengono collegate le cuffie, in canali di entrata, riuscendo così a registrare suoni e conversazioni nelle vicinanze del pc o notebook anche fino a una distanza di sei metri.

Considerando che i chip RealTek sono utilizzati in un gran numero di pc e laptop sia Windows che Mac, è evidente come questo sistema sia in grado di mettere in pericolo, potenzialmente, la privacy di milioni di persone. Ma in che modo gli utenti possono difendersi da questa nuova minaccia per la privacy? L’unico modo, a detta dei ricercatori, è quello di disabilitare la scheda audio direttamente dal BIOS del pc, ma così facendo sarà impossibile utilizzare l’audio del dispositivo.

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