Connettere il maggior numero di persone al mondo è un obiettivo ambizioso che molte aziende stanno cercando di perseguire. Alla base di questo traguardo l’intenzione di trovare soluzioni che consentano di portare l’accesso ad internet in quelle zone del nostro pianeta dove mancano le infrastrutture necessarie e l’accesso alla rete appare scarso o del tutto inesistente.
Molte le aziende che hanno lavorato negli ultimi anni a soluzioni simili, da Facebook a Google giusto per citarne alcune. Ma alla lista adesso si aggiunge anche Amazon, il colosso delle vendite online. La multinazionale guidata da Jeff Bezos ha infatti confermato di essere al lavoro su un progetto, fino a poco tempo fa segreto, che vedrà Amazon lanciare in orbita alcune migliaia di satelliti per rendere accessibile internet in tutto il mondo.
A rivelare la notizia è stato per primo il portale Geek Wire, che ha scoperto alcuni documenti depositati presso l’Unione Internationale delle Telecomunicazioni che si occupa anche della gestione delle orbite dei satelliti. In questi documenti si faceva riferimento ad un progetto chiamato Kuiper Systems LLC legato ad Amazon.
Dalle informazioni disponibili il Progetto Kuiper prevede il lancio di 3236 satelliti nell’orbita terrestre bassa, a diverse altitudini. 784 satelliti orbiteranno ad una distanza di 590 chilometri, 1296 satelliti a 610 chilometri e infine 1156 satelliti a 630 chilometri di altezza. In questo modo questo sistema di satelliti dovrebbe essere in grado di diffondere l’accesso ad internet a banda larga e bassa latenza quasi in ogni zona del pianeta, coprendo circa il 95% della popolazione.
Amazon attraverso un portavoce, ha confermato l’esistenza del progetto spiegando: “Il progetto Kuiper è una nuova iniziativa per il lancio di una costellazione di satelliti nella bassa orbita terrestre che fornirà connettività a banda larga a bassa latenza e ad alta velocità a comunità non servite e poco servite in tutto il mondo. Si tratta di un progetto a lungo termine che prevede di servire decine di milioni di persone che non dispongono dell’accesso di base a Internet a banda larga. Non vediamo l’ora di collaborare a questa iniziativa con le aziende che condividono questa visione comune”.
Riguardo alle tempistiche sull’effettivo lancio in orbita, tuttavia, restano ancora delle incognite. Intanto non è chiaro se sarà Amazon a costruire i satelliti oppure se deciderà di affidarsi ad aziende esterne. Inoltre sarà interessante capire chi si occuperà del lancio in orbita. Resta anche un altro fattore da considerare. Ad Amazon serviranno i permessi da parte della Federal Communications Commission che, tra le altre cose, necessiterà dei dettagli relativi allo smaltimento di questi satelliti nel momento in cui questi smetteranno di funzionare.
Quest’ultimo dettaglio è legato ad un problema crescente riferito alla ingente quantità di detriti già presenti nello spazio (a causa delle numerose missioni spaziali effettuate nel corso dei decenni). Un problema che nei prossimi anni rischia di creare molte difficoltà qualora non si trovasse un sistema per ripulire l’orbita terrestre dai detriti già presenti.
Quel che appare certo, al momento, è che i piani di Amazon si aggiungono a quelli di altre aziende che da tempo lavorano a progetti simili con l’obiettivo di lanciare satelliti per ampliare la diffusione di internet. Da SpaceX con il suo programma Starlink, a Facebook e OneWeb.
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