Aprire Facebook, Instagram o qualunque altro social network innesca quasi sempre negli utenti un desiderio incontrollato che porta a passare svariato tempo tra post, foto e commenti e i minuti volano. Sono veri e propri distributori di piacere che portano però ad una schiavitù inconscia ma molto dipende dalla nostra personalità e da come ci apportiamo a questa nuova droga digitale. Infatti chi ha determinate caratteristiche ha più probabilità di avere una inclinazione verso il controllo morboso di condivisioni, like e nuovi commenti.
Non dobbiamo pensare che siano caratteristiche negative però quali narcisismo o essere ossessivi, perché a passare più tempo sui social sono le persone socievoli e coscienziose.
Ce lo conferma uno studio di Ricerca svolto a New York che ha preso in considerazione 300 studenti universitari e le loro caratteristiche caratteriali in parallelo con il loro uso della tecnologia, particolarmente dei social media. La lista comprendeva domande come: “trascuri cose importanti per passare il tempo su internet?” O “Quando non usi i social ti senti agitato?” e “Hai già provato senza successo a ridurre il tempo che trascorri su questi siti?”.
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I soggetti sono stati divisi in base alle cinque caratteristiche del modello più condiviso e testato per lo studio della personalità: estroversione, gradevolezza, coscienziosità, nevroticismo e apertura mentale.
Anche altre ricerche avevano confermato che estroversione e apertura a nuove esperienze non sono direttamente proporzionali al consumo ossessivo dei social. Per quanto riguarda invece le altre tre caratteristiche il risultato è differente. Infatti un individuo coscienzioso non si comporta in modo maniacale con Pc e telefoni cellulari, mentre un nevrotico tende cercare riparo nella Rete dove poter poi dare sfogo alle proprie necessità. Per quanto riguarda la dipendenza comunque si è visto che tutte le caratteristiche sono a uguale rischio dipendenza. Così anche chi è dotato di grade autocontrollo e disciplina può venire irretito nel Web.
Un altro risultato importante della ricerca ha visto come il social dipendente sia, spesso, un troll, ovvero un disturbatore della rete che utilizza il mezzo per pubblicare commenti ostili , che non ha una vera vita sociale reale e così lo stereotipo è tutto da rivalutare.
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