Quando si parla di aziende hi-tech del calibro di Microsoft, Google, Apple, Samsung e così via si citano veri e propri colossi tecnologici che investono ogni anno miliardi di dollari in ricerca e sviluppo per dare vita a prodotti e servizi sempre più innovativi e in grado di rispondere alle esigenze dei consumatori dando vita a tecnologie innovative che vengono regolarmente depositate come proprietà intellettuali, ma spesso sono proprio questi brevetti che finiscono al centro di lunghe e costose battaglie legali che possono durare mesi o, nei casi più complessi, anche degli anni.
Tante sono le aziende, grandi e piccole, che periodicamente vengono coinvolte in questo genere di diatribe nei tribunali di mezzo mondo, ripercuotendosi inevitabilmente sulle finanze delle società coinvolte ma anche sull’innovazione stessa che rischia di risentirne. E’ per questo che Google ha deciso di lanciare un progetto piuttosto interessante per mettere fine a questi episodi. Si tratta di PAX, che si pone l’obiettivo di mettere fine alle guerre di brevetti, almeno per quanto riguarda le tecnologie software legate ad Android e alle applicazioni Google.
La nuova iniziativa lanciata da Google nasce con il nome completo di Android Networked Cross-License Agreement, ed è in sostanza un accordo che permetterà a tutti i partecipanti di siglare accordi per la condivisione gratuita dei brevetti legati al software Android e applicazioni, per dimostrare ancora una volta come l’accordo tra grandi aziende possa portare enormi benefici a favore dell’innovazione e dei consumatori.
Oltre a Google, del progetto faranno parte anche aziende del calibro di Samsung Electronics, LG Electronics, Foxconn Technology Group, HMD Global, Coolpad, Allview e BQ, che attualmente possiedono oltre 230.000 brevetti legati al software. Google precisa che l’iniziativa è ad accesso gratuita e aperta a tutti, e maggiore sarà il numero di aziende che deciderà di partecipare, maggiori saranno i benefici a favore della pace e della libertà di innovare. L’obiettivo di Google è chiaramente quello di rendere Android una piattaforma ancora più aperta e libera. Il sistema operativo di Mountain View, del resto, è già una piattaforma open-source che registra numeri impressionanti coinvolgendo oltre 400 produttori e 500 operatori che solo nell’ultimo hanno sono riusciti a realizzare più di 4000 dispositivi con oltre 1.6 miliardi di utenti attivi.
Del resto le battaglie legali legate alle proprietà intellettuali sono ogni anno molteplici e l’iniziativa di Google vuole proprio impedire questo genere di controversie, anche per contrastare il fenomeno dei cosiddetti patent-troll, quelle aziende che acquisiscono centinaia o migliaia di proprietà intellettuali esclusivamente per poi generare un profitto da cause legali milionarie ai danni di grandi aziende.
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