Quando si parla di cyber-crimine nessuno può definirsi completamente al sicuro, perché gli attacchi informatici e le minacce che si nascondono sul web tendono ad evolversi per aggirare i sistemi di controllo tentando di colpire il maggior numero di persone possibile. Esistono tantissime categorie diverse di minacce che possono prendere di mira gli utenti, e una delle più diffuse negli ultimi anni è certamente quella del phishing, che attraverso messaggi veicolati agli utenti attraverso varie forme (email, social network o messaggi) tentano di entrare in possesso di dati sensibili.
Ed è proprio il phishing al centro dell’ultimo rapporto sullo stato di Internet, aggiornato al 2019, realizzato da Akamai Technologies, che rivela un dato piuttosto preoccupante. Sempre più spesso i criminali informatici sviluppano campagne di phishing che prendono di mira aziende importanti, compresi alcuni dei più importanti big della tecnologia.
Ciò che emerge dal rapporto Akamai conferma una continua evoluzione delle diverse strategie di phishing che non vengono più distribuite esclusivamente tramite email ma anche su social network e dispositivi mobili, attraverso decine di kit che sfruttano metodi differenti di attacco. Ad essere presi di mira sono sempre più spesso alcuni dei più importanti marchi globali, tra cui giganti della tecnologia. L’obiettivo dei cyber-criminali è di prendere di mira in particolare dipendenti di grandi aziende che hanno accesso a dati sensibili come dati personali e buste paga mettendo in atto vere e proprie frodi.
Microsoft, PayPal, Dropbox e DHL sono state tra le aziende più colpite da tentativi di phishing, stando al rapporto Akamai. E i sistemi di sicurezza sviluppati non sempre sono sufficienti ad arginare il problema, perché i cyber-criminali continuano a sviluppare continuamente nuove soluzioni per evitare di essere rilevati. E’ per questo che il 60% dei kit di phishing rilevati da Akamai sono stati attivi per periodi di tempo brevi, inferiore ai 20 giorni.
Per comprendere la reale entità del problema, secondo i dati dell’FBI, questa categoria di attacchi ha provocato a livello globale perdite pari a 12 miliardi di dollari in un arco temporale di 5 anni dal 2013 al 2018. A tal proposito, Martin McKeay, direttore editoriale del rapporto Akamai, ha dichiarato: “Il phishing è un problema a lungo termine e prevediamo che i malintenzionati continueranno a colpire indistintamente consumatori e aziende fino a quando non verranno messi in atto programmi di formazione per aumentare la consapevolezza degli utenti riguardo ai rischi e verranno implementate tecniche di difesa a più livelli”.
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