Dopo qualche tempo, tornano alla mente i giorni trascorsi durante le passate vacanze estive. Ora nelle grigie autunnali giornate da trascorrere tra le quattro mura di casa, si riaffacciano con un’aria forse differente i giorni di sole, i viaggi, tutti quei posti lontani di vacanza, e come sempre accade parlandone in casa la sera, si torna a guardare le foto e a ricordare i momenti belli e anche le cose che si sarebbero potute evitare, ma che comunque ci hanno fatto vivere momenti e luoghi, che si perderanno nella memoria e chissà se mai li potremo rivedere, respirare, vivere e sopratutto insieme a chi – piccoli – ci stavano intorno contenti e felici di vivere queste esperienze con i propri genitori.
Agosto 2017
Quest’anno riprendendo un’idea di qualche tempo fa abbiamo deciso di fare un viaggio che prevedesse diverse tappe per vedere al meglio, una parte della Croazia, quella dell’entroterra – forse meno nota – ma di sicuro la più inaspettatamente interessante. L’idea era proprio quella di vivere un viaggio on-the-road visitando molte altri luoghi e fuori-programma. Abbiamo preso a noleggio un Van da nove posti, dove stare comodi con tutti i bagagli. Siamo partiti e la prima sosta l’abbiamo fatta nei pressi di Venezia, dove abbiamo alloggiato in un camping con le case mobili per una notte. Le case mobili sono un buon compromesso tra Albergo e Camping vero e proprio.
Hanno le comodità dell’appartamento in una collocazione più “a dimensione umana” come è il campeggio (sopratutto per i bambini). Cosa poi da non sottovalutare è il costo che è sempre inferiore sia ad un albergo, ma anche un B&B. Ci siamo fermati presso il Camping in località Fusina (una struttura carina, il cui design – al tempo dell’inaugurazione 1957 era stata curata dall’Architetto Carlo Scarpa… e purtroppo molte cose non si sono rimodernate). Nell’insieme il luogo è tenuto bene e la vista su Venezia è davvero molto bella. Si trova però collocato in una zona industriale, proprio vicino Porto Marghera, il che non è proprio il massimo – dal punto di vista della bellezza dei dintorni. In ogni caso, la prima sera è passata così, veloce e con una buona pizza mangiata al ristorante del Camping.
Il secondo giorno siamo ripartiti in direzione Trieste. Non c’ero mai stato – e nessuno del gruppo la conosceva. Il Centro storico è bellissimo. Risente dell’influenze architettoniche della vicina Venezia, ma anche dell’Austria. Bello – mi ripeto – il Centro, ma non davvero il resto della città. E’ una cosa scontata, le periferie sono un po’ in tutte le città delle zone dormitorio, ma dal punto di vista estetico, essendo Trieste città di Mare e avendo questa bellissima apertura sull’Adriatico, mostra un eccessivo (passato) sfruttamento con attività industriale. Mi aspettavo una costa più bella. Girando per le vie del Centro, invece, siamo stati travolti dalla sua eleganza e pulizia (che per noi appartenenti ad una città – Roma – ormai completamente abbandonata all’incuria, è un vago ricordo). Siamo stati ovviamente a Piazza Unità d’Italia, fino a camminare lungo il mare. Abbiamo girato per le vie principali, che anche qui, come per i principali capoluoghi e città famose d’Italia (ma anche estere) si sono trasformate in Centri Commerciali a cielo aperto. Tanti negozi, belli ed eleganti e tanti bar e ristoranti. Presso una tabaccheria abbiamo acquistato “La Vignetta” per passare attraverso la Slovenia e arrivare in Croazia. Dopo pranzo infatti siamo partiti velocemente verso il confine. La strada era ancora lunga e dovevamo arrivare fino a Grabovac, nella zona vicino all’attrazione del posto e cioè Pitvicka Jazera, con le sue famose cascate e laghi. Grazie al supporto del navigatore (con le mappe scaricate off-line) abbiamo percorso il tratto in poco tempo, facendo anche strade piccolissime tra boschi e montagne inaspettatamente bellissime e di verde rigoglioso. Abbiamo tagliato molto e siamo arrivati nel tardo pomeriggio alla Mèta. Lasciata la Slovenia, siamo arrivati con una strada a doppia carreggiata fino a Fiume (Rijeka). Presso un punto di rifornimento carburanti abbiamo osservato un Adriatico come mai ce lo saremmo aspettati. Alto con scogliere imponenti e un mare bellissimo. Dopo il rifornimento (il Diesel costa decisamente meno che in Italia). I Chilometri da percorrere erano ancora molti e i bambini a bordo del van erano impazienti “stavano per avere tablet e smartphone scarichi” (P.S. abbiamo tolto a tutti la connessione dati e abbiamo fatto una piacevole constatazione in ordine al WiFi e cioè che in Croazia è in moltissime parti “aperto” e quindi gratuito). Insomma siamo arrivati in serata a Grabovac. Appena arrivati abbiamo potuto constatare come in un’estate torrida come quella appena trascorsa era la necessità di indossare un maglioncino.
Una delizia provenendo da tanto caldo Italiano. Siamo passati dai 40° ai 22°… bellissimo. L’alloggio è stato presso una delle tantissime abitazioni (praticamente ovunque affittano camere). Noi per non rischiare avevamo operato con “Booking” dall’Italia e devo dire è stata una scelta “Felice”. Casa pulita, comoda e spaziosa. La prima cena l’abbiamo consumata in un luogo consigliato dalla proprietaria della casa, ma non ci siamo trovati molto bene. Una caratteristica delle attività commerciali che si è evidenziato durante tutto il soggiorno in terra Croata è che proprio “non ci sanno fare” oppure che spesso sono particolarmente mal disposti verso il prossimo. Nessun tipo di accomodamento, ne sorrisi , ne particolare propensione verso la ricerca di soluzioni alternative a tavola. Insomma, non sempre, ma molto spesso abbiamo riscontrato personale nei locali davvero poco gentile. Ovunque dicevano poi , che gli italiani erano ben visti, e che tutti parlavano la nostra lingua. Non è così. La lingua italiana è conosciuta solamente dalle vecchie generazioni, i giovani in compenso conoscono tutti l’inglese.
Nei giorni a seguire abbiamo girato tra le grotte di Baraćeve špilje, posto davvero molto carino, tenuto benissimo. Le grotte non sono minimamente paragonabili alle nostre varie Frasassi o Castellana, ma comunque interessanti per i quattro ragazzini del gruppo. In più dopo un lauto pasto negli spazi riservati al pic-nic e un riposino sulle amache e panchine/sdraio, abbiamo fatto una bellissima partita a pallone nel parco.
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In Croazia strano a dirsi, bisogna cercare di spender poco per mangiare. Tutte le cose che si sono dette sull’economicità dei costi della Croazia non valgono più. Costa tutto come da noi – tranne la benzina, e per assurdo, essendo noi in sette ci accorgevamo che non conveniva quasi fare la spesa, piuttosto che mangiare al Ristorante. C’è da dire che il popolo Croato è un popolo che ha tanta voglia di fare. Vengono da guerre e sofferenze e c’è impegno in tutto quello che fanno. Le strade, l’illuminazione, i servizi funzionano. Tutto è pulito e malgrado i segni ancora piuttosto evidenti del recente trascorso, stanno ricostruendo – con gusto – tutta la zona.
Siamo stati alle famose Cascate di Pitvicka Jazera, belle bellissime, ma da evitare ad Agosto. troppa gente. Bisognava fare i biglietti la mattina prestissimo per riuscire ad entrare. Noi siamo andati alle 6.00 per poi tornare con i bambini alle 9.00, ma c’è comunque il problema evidente dei parcheggi. E’ sicuramente un luogo da vedere, forse naturalisticamente parlando, tra i più belli mai visti. Consiglerei il periodo di Pasqua o Maggio/Giugno. A noi non è andata tanto bene. troppe persone ovunque, una fila indiana lungo tutti i tratti percorsi. Un vero assembramento e nemmeno un punto ove riposarsi. I nostri quattro fanciulli hanno retto bene, neppure un lamento, solo una richiesta – nella zona pic nic – patatine fritte, e così è stato. Il terzo giorno le temperature sono ricominciate a salire e i nostri maglioncini sono stati ripostii definitivamente in valigia.
Il Giorno di Ferragosto lo abbiamo passato in centro Wellness vicino la Capitale Croata. La cultura delle Saune, Bagno Turco, è arrivata dal Nord Europa e effettivamente il Centro che abbiamo visitato non aveva nulla da invidiare a quelli Austriaci che conoscevamo. Dopo Pranzo siamo andati a visitare Zagabria (Zagreb). Una bella cittadina, pulita e dal passato Fastoso. La cattedrale è maestosa e molto bella. Tipicamente Neogotica, la città sembrava piccola, forse perchè vuota – essendo giorno di festa – era semideserta. Ci hanno detto che pur avendo Musei, Ospedale, Università, Teatri, ed essendo la più grande città della Croazia conta ben 800.000 abitanti. Un quartiere di Roma insomma. Mica male però. Tanto spazio, tanto verde, tanta pulizia, e parecchio ordine. Il territorio della Croazia è assai più piccolo dell’Italia, e la densità per abitante è molto ma molto inferiore. Insomma – ormai – mi da l’idea, che anche là si viva meglio che da noi.
Il quarto giorno siamo andati in un posto bellissimo. Sulle rive di un fiume, località Rastoke, una angolo di Paradiso, che ci ha concesso una giornata davvero bella, dapprima con una passeggiata lungo il fiume e la caccia ai girini (rigettati vivi in acqua), poi alle cascatelle, infine su una spiaggia verde attrezzata con relativo bagno al fiume. Panini sulla riva e bagni al fiume per tutti.
La prima parte di vacanza stava volgendo al termine. L’indomani saremmo partiti verso il mare. Una certa tristezza mi parlava di nostalgia. Ci tornerei molto volentieri, da quelle parti, magari con una moto e fermarmi senza troppi programmi per un vero viaggio on the road. La Croazia offre tanto e tantissime bellezze non ancora sfruttate. La gente che è diffidente e restia a dare confidenza. Tutt’altro ci aspetta sulle coste Adriatiche dove l’italianità è maggiormente espressa e anche la popolazione è più aperta. Con un viaggio in direzione sud-ovest, in poco più di due ore siamo arrivati a Zara (Zadar). Una città bella ed elegante (nella parte più antica), tipicamente marina, ma comunque molto ben tenuta in tutto il resto della città. Spazia dal residenziale, al popolare. Alcune zone sono davvero belle, altre sono tipicamente periferiche, comunque pulita. L’abbiamo girata tutta, più volte e ce ne siamo innamorati. Faceva molto caldo e ne abbiamo approfittato per farci un frullato di frutta, vicino all’organo di mare (Morske Orgulje). Per la passione dei più piccoli abbiamo scelto – per il soggiorno – un camping con le casette mobili (molto grandi e con l’aria condizionata), lo ZATON.
La vita in un campeggio delle dimensioni, come mai ne avevo visti, è frenetica, un moto continuo, un onda che va verso il mare alla mattina, ritorna verso le case a pranzo per poi rispostarsi verso il mare o le piscine al pomeriggio. C’era di tutto: dal supermarket, alle lavanderie e tante sale bagno e doccia, e vicino questi le aree barbecue. Tante le tipologie di casette, dalle più spartane, alle medie (le nostre) fino a quelle superlussuose. Ce ne erano in tela con telaio in legno (una via di mezzo tra tenda e casetta) e poi c’erano i tanti camper e roulotte, un ammassamento vario e colorato, disordinato e allegro che dava proprio il senso di ciò che era, un luogo di vacanza.
Mi avevano tanto parlato del mare della Croazia, delle sue bellezze, simili a quello della Sardegna, bé devo dire siamo riusciti a trovare l’unico posto dove l’acqua non era proprio quello che ci si potesse aspettare. La spiaggia era stata riportata e c’era una specie di molo che si introduceva nel mare (forse per combattere l’erosione). Quella zona non avrebbe naturalmente le spiagge e ciò che ne è uscito è un compromesso che poco aveva a che fare con la lontana Sardegna.
La vacanza arricchita dall’arrivo di altri amici è andata avanti, in maniera tipicamente spiaggistica e tra bagni al mare e in piscina. Siamo riusciti a fare un giro nel sottomarino (per bambini) e anche un percorso d’arrampicata su tronchi e legno (sempre per i bambini), abbiamo anche volato con il parapendio agganciato ad un motoscafo, il parasaling ( e quello me lo sono ritagliato anche per me). I giorni sono passati così. Una gita che sarebbe dovuta essere fantastica con la barca mi ha molto deluso. Tante ore in barca per vedere un mare bellissimo, ma senza poterselo vivere. Era il Parco Nazionale delle Kornati, ma le isole non mi sono sembrate nulla di eccezionale, piatte e brulle. Il mare era bellissimo, ma ci siamo fermati poco, giusto in un paio di calette. Degno di nota invece, il pranzo organizzato dalla guida, su un’isola, in una specie di ristorante con del pesce freschissimo, in un luogo davvero tipico. Sarebbe da tornarci, ma con più calma e con la propria barca. Avevo visto troppi documentari sulle isole della Croazia e quelle non le somigliavano proprio. Degno di nota il fatto che erano parte di un Parco Nazionale e che non potranno più edificarvi.
Dopo sette giorni la vacanza volgeva al termine. Abbiamo allungato di altri tre giorni la permanenza per rientrare tutti assieme con la nave da Spalato – invece che fare il giro come all’andata. E’ stato sicuramente meno faticoso e ci ha offerto di vedere (forse le parti più belle sul mare) ma ci è costato un bel po’.
Partiti da Zaton siamo andati in direzione Spalato. Durante il viaggio abbiamo incontrato un paesino davvero molto bello, Sibenico. Ecco, li sarei voluto restare davvero qualche giorno in più. A parte la cittadina stupenda, con un bel lungomare (che affacciava non direttamente sul mare aperto – era come se stesse dentro ad un Fiordo Norvegese, ed infatti il mare si insinuava nell’entroterra per parecchio e lo spettacolo era davvero bello già dall’autostrada). C’era una cattedrale di San Giacomo – Svetog Jakova di una bellezza davvero emozionante, posta in una piazzetta dalla quale il mare era vicinissimo. Tutta la cittadina era ricoperta di marmo bianchissimo e l’influenza architettonica veneta era palese.
Siamo rimasti poco, troppo poco, ma dovevamo arrivare a Spalato, anzi nei pressi di Spalato. Ci siamo in una località appena fuori la città, in zona aeroporto. Da lì abbiamo fatto una gita, della quale se ne può fare benissimo a meno. Siamo arrivati fino a Bol, nell’isola di Brac. Tanti chilometri per attraversare un’isola, dopo aver preso il traghetto e pagato il parcheggio, per andare in una lingua di terra di brecciolino assolutamente nulla di eccezionale. Anche qui una bella pineta, una bella spiaggia naturista accanto a noi e il wifi gratuito. Da toglier il fiato il panorama dal punto più alto dell’isola, ma insomma, nulla per cui ne valga la pena. Quando stavamo a Spalato abbiamo fatto dei giri in zona Centro. Molto affascinante il Palazzo dell’Imperatore Diocleziano, ancora vivo e riadattato alle esigenze moderne. Ci sono negozi e ristoranti costruiti intorno ad esso. Sotto ci sono le bancarelle del mercatino (anche notturno) e nella piazza vengono fatti ancora oggi spettacoli. Bella, caotica, piena di fascino, ma anche tipica città di mare con porto. Nella zona a nord, più nuova, lo stile è differente, moderno ma elegante, a sud sembra risentire maggiormente della caoticità e anche delle diverse epoche susseguitesi.
Proprio verso sud abbiamo fatto l’ultima gita prima di ripartire. Siamo arrivati in una cittadina, Almissa, che era anche la foce del Fiume Cettina. Molto curata e con un mare che davvero ricordava le nostre migliori coste, la zona sud di Spalato annovera una serie di località che sono una più bella dell’altra. La sera avevamo la nave, quindi non ci siamo potuti trattenere troppo. Però ne abbiamo approfittato per passeggiare tra i viicoli e le strade e c’è chi ha fatto anche il bagno al mare.
La Croazia ha molto da offrire, solo che bisogna sapere dove andare. Indubbiamente Zara è una città che va vista, ma per le bellezze marine bisogna allontanarsi un po’ di più e ritrovare un mare bello e cittadine curate e anche eleganti, che invece noi abbiamo potuto vedere solo di sfuggita.
Ci torneremo forse un giorno, ma partendo dal basso della Croazia, a visitare Dubrovnick, per poi risalire fino a Spalato. Bisogna solo rimettere i soldi da parte, che quest’anno, rispetto ai programmi, abbiamo speso molto ma molto di più.
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